In molti si chiedono come siano andate le cose al di là della Manica, dove a quanto pare il mondo è più bello.
Il nostro trio delle meraviglie, avrà combinato qualcosa di leggendario in terra Scozzese, per essere ricordato negli annali.
Per ora si sa poco o nulla, il Don è restio a dare informazioni, ed a quanto pare sta stilando il proprio rapporto ufficiale, che poi ci consegnerà, affinché la verità venga a galla.
I primi commenti, comunque, rappresentano una vacanza basata sull’alcol e sulle scorreggie, cosa che non può far altro che rallegrarci, ed indurci tutti ad una celebrazione mattutina di preghiere e riti sacri, fatti di fustigazione e pentimento.
Inoltre dalla frase “non si è beccato”, ho capito che sono rimasti fedeli al nostro motto madre, che è “Topa, No Grazie.”, che tutti noi portiamo avanti con ottimi risultati, ma scadenti motivazioni.
Il commento sulla città è stato positivo, ma assolutamente scadente, da quello che ho capito, la strumentazione per trascendere il tempo, lo spazio, fino a raggiungere l’illuminazione: la sbronza.
Dai commenti confusi e contraddittori che sempre e solo il Don mi ha fornito, si poteva leggere una forte protesta contro la birra scozzese, che ha suo dire non riusciva ad ubriacarlo, nonostante ne bevesse a fiumi.
Non è andata meglio con lo whisky, messo sotto torchio dalla commissione di alcolisti di fiducia del Don, che lo hanno giudicato inadatto per portarlo ad uno stadio avanzato di “conosce suprema”.
In pratica il piano B, ovvero quello di ubriacarsi a serate, come un qualunque personaggio del luogo, è andato a farsi benedire, e sono dovuti passare ad un impensabile piano C, detto anche “Fart Plan”.
Non sono serviti i, seppur leggendari, consigli di Gnocca-Travels, che illuminano il mondo con il loro splendore intrinseco, il loro linguaggio solido ma semplice, che cattura l’anima del lettore.
Una nota di colore però arriva dal viaggio di ritorno, dove il Don ha voluto regalarci un’altra sua storica frase, che potremmo raccontare ai nostri figli.
Saliti sull’aereo, con la sua classe innata, il Don, fa un apprezzamento del tutto legittimo ad una delle Hostess, e ne chiede il numero di cellulare ad un suo collega.
Questo senza troppi problemi, già pregustandosi la scena come avremmo fatto anche noi, la va a chiamare e la presenta al Don.
Il breve incontro procede tranquillamente, finché la ragazza confessa al Don di essere lesbica.
Colpo di scena.
Il Don capita l’antifona, risponde con una classe che non mi stupisce per niente, ma non fa altro che accrescere il rispetto che tutti noi proviamo: “Anch’io sono una lesbica rinchiusa nel corpo di un uomo …”.
Nessuno sa se fosse veramente lesbica, quello che è certo è che la classe, la magistralità di una risposta così tagliente dovrebbe far riflettere molto.
Ma molto …