
(La foto non entra nel contesto del Post, ma era giusto farla vedere … e poi si parla di Esselunga …)
Oggi parliamo di quel maledetto pezzo di carta che ti costa dai 3 ai 5-6-7 anni della tua vita, che tutti, ormai, tentano di ottenere, e che poi arrivati in fondo ti fa piombare di botto in un mondo che altrimenti avresti conosciuto più gradualmente. E che forse, anzi, decisamente, era meglio se conoscevi prima, così da indirizzarti meglio.
Parliamo della Laurea. E lo facciamo con l’aiuto di AlmaLaurea “un servizio che rende disponibili online i curriculum vitae dei laureati (1.300.000 cv presso 53 Atenei italiani al 27/5/2009) ponendosi come punto di incontro fra Laureati, Università e Aziende”.
Questo servizio compie anche delle indagini sullo stato dei laureati che ora vi andrò a citare. L’Università di Pisa non ne fa parte. Firenze, però, si. E per capire a cosa stiamo, state, o andremo incontro, va più che bene.
La cosa che va più di moda oggi, ma non lo dice AlmaLaurea, basta guardarsi intorno, non è fumare, bere, drogarsi. E’ andare all’Università. “Il sistema universitario italiano ha licenziato, nel 2007, un numero di laureati doppio rispetto al 1999: oltre 300mila contro i 152mila nel 1999”. E “nel nostro Paese, la percentuale di laureati rispetto alla popolazione di quella classe di età è lievitata, fra il 2000 e il 2006, dal 19 al 39% superando, quindi, perfino la media OECD (37%)”. Siamo tutti dottori.
Chiaro che è colpa della riforma. Ma non solo. Siamo figli del benessere, e tutti oggi tentano l’avventura. Perchè siamo figli di una generazione in cui il titolo di studio non era come la carta di identità, che viene data a tutti. Il titolo di studio ti permetteva di accedere ai piani alti della società.
Oggi abbiamo corsi di laurea di tutti i tipi: c’è la laurea per quello che ha effettivamente voglia e passione di studiare, la laurea per quello che studicchia e va a conoscere le studentesse, e la laurea per quello che va all’Università perchè almeno tiene occupata la mente del genitore (che altrimenti si incazzerebbe e lo manderebbe a lavorare). Poi si arriva in fondo, dopo un milione di rotture di coglioni, e il risultato qual’è?
Dall’indagine 2008, possiamo apprendere che:
LAUREE DI I LIVELLO
(tenete conto che da un lato abbiamo le professioni sanitarie, che falsano la media in senso positivo, dall’altro c’è chi prosegue gli studi)
Ad un anno dalla laurea il lavoro stabile riguarda 43 laureati su cento; A tre anni riguarda 52 laureati su cento.
Per le professioni sanitarie la quota di occupati stabili, in particolare a tempo indeterminato, è invece 69% ad uno, e 79% a tre anni dalla conclusione degli studi.
Ad un anno dal conseguimento del titolo il guadagno mensile netto dei laureati di primo livello è pari in media a 1.033 euro; A tre anni è pari in media a 1.141 euro.
Guadagni più elevati sono associati ai laureati delle professioni sanitarie, dei gruppi giuridico ed economico-statistico (rispettivamente 1.304, 1.095 e 1.088 euro ad un anno dalla laurea); mentre a tre anni dalla laurea, guadagni più elevati sono associati ai laureati delle professioni sanitarie, dei gruppi di ingegneria ed economico-statistico (rispettivamente 1.365, 1.233 e 1.210 euro).
Livelli retributivi nettamente inferiori alla media si riscontrano invece tra i laureati dei gruppi geo-biologico, letterario, educazione fisica ed architettura, le cui retribuzioni sono infatti inferiori agli 800 euro mensili (ad un anno dalla laurea).
Tra gli occupati con laurea di primo livello, ad un anno dalla laurea il 20% ritiene di non sfruttare assolutamente le conoscenze apprese nel corso del triennio universitario. A tre anni, il 14%: sono in particolare i laureati delle professioni sanitarie, così come quelli del gruppo chimico-farmaceutico, a sfruttare maggiormente ciò che hanno appreso all’università; all’estremo opposto, coloro che di fatto non sfruttano assolutamente quanto appreso all’università hanno conseguito il titolo in particolare nei gruppi letterario (22%), psicologico (27%) e politico-sociale (28%).
LAUREE DI II LIVELLO
Ad un anno dalla laurea il lavoro stabile riguarda 40 laureati su cento (conviene studiare 3 anni e basta!! ma una professione sanitaria, ovviamente).
Ad un anno dal conseguimento del titolo di secondo livello, il guadagno mensile netto è pari in media a 1.178 euro.
Guadagni più elevati sono infatti associati ai laureati dei gruppi economico-statistico e ingegneria (circa 1.320 euro in entrambi i casi). Nettamente inferiori risultano invece le retribuzioni dei laureati dei gruppi psicologico e letterario (il guadagno mensile netto non supera mediamente i 900 euro mensili).
13 laureati su cento ritengono di non sfruttare assolutamente le conoscenze apprese nel corso del biennio specialistico.
LAUREE A CICLO UNICO
Ad un anno dalla laurea il lavoro stabile riguarda 38 laureati specialistici a ciclo unico su cento.
A dodici mesi dalla laurea, il guadagno mensile netto è pari in media a 1.131 euro.
Solo 4 occupati su cento ritengono di non sfruttare in alcun modo le conoscenze apprese nel corso degli studi universitari.
Purtroppo non vengono discussi i dati a 3 anni, ne per le lauree specialistiche ne per quelle a ciclo unico. I dati però ci dovrebbero essere in uno dei mille link a disposizione. L’indagine infatti è molto complessa ed articolata, e, poiché BS non mi paga, io vi lascio libertà di approfondimento. E libertà di riflessione.
Vi dico soltanto una cosa: all’Esselunga, uno scaffalista, dopo un anno prende 1100-1200 euro, più o meno. Un magazziniere 1500-1600.
Studiate vai…che l’Italia ve ne sarà grata.
Ivan B.
Ottimo Ivan che mi da morale per una mattinata di studio. Che il signore te ne renda merito…
a chi lo dite…. dio……
Ripeto, questa è libera informazione. Che però è come una mattonata sui coglioni, soprattutto perchè io, come tutti, mi son cominciato a informare quando ormai era troppo tardi!!